Recanati:il clima, riflessioni di Giacomo Leopardi


  - COMUNICATO STAMPA -

Il 29 Giugno é stata celebrata la nascita del nostro illustre concittadino : Giacomo Leopardi (1798).

Riteniamo importante ricordare il grande poeta anche per alcune sue riflessioni sul clima. Giacomo é infatti particolarmente attratto - e ne scrive nello Zibaldone dei Pensieri - dalla possibile influenza del clima e della qualità dell'aria sul carattere degli uomini e delle popolazioni,sul loro organismo e sui costumi sociali. In questo senso il poeta sembra condividere pienamente un determinismo ambientale che,piuttosto in voga ai suoi tempi,ebbe in quelli successivi molte morti e rinascite. Nel Pensiero del 18 Novembre 1823,Leopardi descrive il clima delle Marche e il carattere dei marchigiani.


"Il carattere degli uomini é vario e riceve notabili differenze non solo da clima a clima,ma eziando da paese a paese,da territorio a territorio,da miglio a miglio;non parlando che delle sole differenze naturali. Ne' luoghi d'aria sottile,gl'ingegni sogliono essere maggiori e più svegliati e capaci, e particolarmente più acuti e più portati e disposti alla furberia. I più furbi per abito e i più ingegnosi per natura di tutti gl'italiani sono i marchigiani: il che senza dubbio ha relazione colla sottigliezza della loro aria. Similmente gl'italiani in generale a paragone delle altre nazioni. Mettendo il piede ne' termini della Marca si riconosce visibilmente una fisionomia più viva,più animata,uno sguardo più penetrante e più arguto che non é quello de' convicini,né de' romani stessi che pur vivono nella società e nell'uso di una gran capitale ... Gli abitatori de' monti differiscono notabilmente,se non di corpo,certo di spirito,carattere,inclinazione ec.  da quelli  degli stessi piani e valli lor sottoposte;i littorani da' mediterranei lor confinanti ec. ec. anche parlando delle sole differenze cagionate dalle diversità naturali de' luoghi ec. Infinito é il numero delle cagioni anche semplicemente naturali che producono differenze tra gli uomini e queste benché or maggiori or minori sempre notabili e più notabili assai che in niun'altra specie di viventi ,a causa dell'estrema conformabilità e modificabilità dell'uomo,e quindi suscettibilità di essere influito dalle cagioni anche menome di varietà,di alterazione,ec. che in altri esseri o non producono niuna varietà,o piccolissima ec. Le dette cagioni di varietà s'incrociano per così dire tra loro,perché il calor del clima produce un effetto,la grossezza dell'aria un altro contrario, e ambedue le dette cagioni s'incontrano bene spesso insieme; e così discorrendo.


Esse si temperano,si modificano,si alterano,si diversificano,s'indeboliscono,si rinforzano scambievolmente in mille guise secondo le infinite diversità loro,de' loro gradi e delle loro combinazioni scambievoli ec. ec. e altrettanti diversità,cioé infinite, e diversità di diversità, e tutte notabili,ne seguono ne' caratteri degli uomini. Queste osservazioni si applichino... a quelle sopra le differenze vere,cioé naturali,de' talenti,o innate, o acquisite e contratte naturalmente, e per cause e circostanze semplicemente naturali e indipendenti nell'esser loro dalle sociali,dagli avvenimenti ec. e che avrebbero operato ed operano per se stesse proporzionalmente anche negli uomini primitivi,né selvaggi ec. che operano ancora,benchè infinitamente meno,negli animali,piante ec. ec. a proporzione e secondo la loro suscettibilità, e la qualità e  il grado e le combinazioni ec. d'esse cause o circostanze ec. ec. ".



(Tratto dal libro "Il clima di Recanati- Dal Secolo di Leopardi agli eventi climatici del Terzo Millennio" di Rossano Morici e Redo Fusari)
 


 

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