Le Ciuette pronte per la Pasquella
i Pasquellari di RECANATI si stanno preparando per rinnovare la tradizione del Canto Rituale dell’Epifania, tra questi ricordo in particolare due iniziative:
1) quella delle “E Ciuette” che venerdì 6 gennaio 2012 parteciperanno alla “Ventottesima Rassegna Nazionale della PASQUELLA” di MONTECAROTTO;
2) quella de “I PASQUELLANTI MATTI” (gruppo de “li Matti de Montecò“ ed amici) che giovedì 5 gennaio 2012 allieteranno le vie Recanatesi partendo dal quartiere Le Grazie (raduno presso amb. Buccetti alle ore 17,30).
Allego a tal proposito una breve nota su tale canto di questua a RECANATI.
Marco Buccetti.
Pasquella: Epifania a RECANATI
Nella tradizione popolare, il giorno dell’Epifania, rappresenta non solo la fine delle festività Natalizie, ma anche il preludio di quelle che saranno le festività Pasquali; pertanto tale giorno viene anche detto “Pasqua Epifania” o anche “giorno di Pasquella”. Con il termine Pasquella si identifica peraltro un canto rituale del solstizio d'inverno che appartiene al repertorio dei canti di questua dell'Epifania, presenti in gran parte delle regioni italiane ed europee.
Nella tradizione locale, il canto viene solitamente eseguito il giorno e la notte della vigilia dell'Epifania (5 gennaio); a cantarlo sono i "Pasquellari", gruppi di improvvisati cantori con accompagnamento musicale, che ogni anno si ritrovano per portare di casa in casa questo canto augurale, ricevendo in cambio offerte di vino, cibo e denaro, destinati alla "mangiata" finale che conclude la festa. Si tratta di un'antica usanza i cui caratteri rituali, imperniati sulla questua, si legano agli antichi culti di fertilità delle epoche pre-cristiane, connessi al ciclo della vita dell'uomo ed al calendario della produzione agricola.
La Pasquella è diffusa in tutta la nostra regione (Le Marche) sin da epoca remota e rappresentava in passato un piacevole svago per i più geniali tra i giovanotti che, impugnando un qualsiasi strumento musicale (organetto, fisarmonica, chitarra, violino, mandolino), si accompagnavano nel canto di poesie tradizionali e di stornelli; andavano così ad esibirsi per le campagne, di casolare in casolare, rallegrando il vergaro e i familiari. In cambio ricevevano doni in natura: salsicce, uova, vino, una pollastrella...
Tale tradizione, che negli anni ’50 ebbe un generale declino, a Recanati restò sempre in uso coinvolgendo nel tempo gruppi di persone di diversa età e ceto sociale; si diffuse in particolare anche l’usanza di cantarla anche per le vie della città coinvolgendo anche strumenti bandistici (soprattutto trombe e percussioni) in una sorta di gara tra quartieri.
Negli anni ’70, in particolare, la sera del 5 gennaio per le vie di Recanati si potevano incontrare molteplici piccole bande musicali che intonavano la “Pasquella Recanatese” e anche le campagne erano allietate da altri piccoli gruppi di Pasquellari. Va ricordato, a tal proposito, che nei primi anni ’80 su iniziativa della locale Banda Comunale si organizzò una coordinazione dei vari gruppi bandistici; in quella occasione si iniziò il canto di questua aggregando tutti i cantori e i musici percorrendo dapprima le vie centrali di Recanati e poi agevolando una congrua suddivisione in piccoli gruppi che andarono a allietare i vari quartieri della cittadina.
Negli ultimi anni la Pasquella continua ad essere cantata soprattutto il 5 gennaio per le vie di Recanati e nelle campagne da gruppi di musicisti improvvisati e anche da gruppi parrocchiali che destinano il ricavato alla beneficenza; inoltre, alcuni di questi gruppi continuano ad esibirsi anche il giorno stesso della “Pasqua Epifania”.
Di questo canto di questua esistono diverse versioni sia per il tipo di musica che per il testo. In particolare la versione musicale della “Pasquella Recanatese” differisce completamente per ritmo e melodia da quelle cantate nelle altre località marchigiane; inoltre, il testo della canzone varia anche tra quartiere e quartiere della stessa città.
I vari componimenti però presentano una struttura del rituale simile composta da diverse parti:
L'ENTRATA: il canto inizia all'esterno con le formule di saluto, l'esortazione ad aprire la porta e la licenza di portare l'allegria in casa;
L'ANNUNCIO: il canto rievoca i personaggi e le immagini della Natività;
GLI AUSPICI: il gruppo rivolge ai componenti della famiglia motivi augurali di buon anno e prosperità; assumono rilievo le formule rivolte alle figure femminili della casa che si trovano in età fertile (giovani, fidanzate e spose);
LA RICHIESTA; il canto si chiude con la richiesta insistente e scherzosa di vino e doni alimentari, con espliciti riferimenti alle parti del maiale che nelle campagne veniva ucciso ritualmente in questa stagione;
LO SCAMBIO: il canto è sospeso per il brindisi collettivo e per accogliere (in una apposita cesta) i doni offerti dal padrone di casa; talvolta, segue intrattenimento con altri canti e balli tradizionali, coi quali il gruppo riafferma la propria presenza ed intensifica l'azione di coinvolgimento;
L'USCITA: si riprende il motivo del canto con il ringraziamento ed il commiato (o, più raramente, le burle se non ci sono stati i doni).