La cerimonia del 1 Maggio a Recanati
Mercoledì 1 maggio avverrà l’intitolazione di una via ad Argeo Gambelli Fenili. La cerimonia è in programma alle ore 10,00 nella zona di Fontenoce. Gambelli nasce ad Ancona il 14 gennaio del 1922, da una famiglia notoriamente antifascista, tanto che il padre Alessandro e lo zio Ernesto sono affiliati alle “leghe rosse”. Si avvicina al PCI durante la seconda guerra mondiale, dove è impegnato come motorista navale. Al termine del conflitto viene insignito con la croce al merito. Le prime lotte le svolge ai cantieri navali di Ancona, dove è tra i promotori dell’occupazione causata dai timori degli operai per la ventilata chiusura dello stabilimento. Gambelli si iscrive al PCI e tra la fine del 1949 e l’inizio del 1950 è segretario dell FGCI di Macerata e segretario aggiunto della CDL. Le prime grandi lotte che conduce e che gli assicurano il consenso dei contadini - inizialmente diffidenti e poco abituati a scioperare-sono legate al rispetto del nuovo patto colonico che lascia loro il 53% del raccolto e alle battaglie per l’abolizione delle regalie e delle prestazioni di giornate lavorative obbligatorie. La grande battaglia arriva nel giugno del 1954, quando si apre una grave crisi alla Cecchetti di Porto Civitanova e i lavoratori lo chiamano per una manifestazione. In un’assemblea pubblica denuncia con ampia documentazione il ricatto esercitato dalle commesse americane all’azienda, nonché l’intenzione della direzione di licenziare gli operai sindacalizzati e quelli militanti nei partiti di sinistra. Con il trascorrere del tempo la crisi alla Cecchetti si fa più acuta e Gambelli viene arrestato e tradotto immediatamente in carcere per aver oltraggiato un commissario di Polizia, durante un corteo di operai a Macerata. Un’ondata di indignazione si diffonde in tutta la provincia e non solo, e alcuni parlamentari presentano una interrogazione urgente all’allora Ministro Tambroni. Gambelli viene scarcerato e le battaglie condotte gli garantiscono la notorietà e la fiducia dei lavoratori. Così, nel 1963 il comitato centrale del PCI gli offre la candidatura per l’elezione alla Camera dei deputati dove viene eletto. A Roma si occupa della commissione affari interni, in special modo della protezione civile, ma non dimentica i problemi del Maceratese. Denuncia gli infortuni sul lavoro, critica l’uso di una colla particolarmente nociva impiegata nella produzione di calzature, rivela il piano di chiusura di alcune aziende statali, tra le quali la Montecatini di Porto Recanati, notizia che provoca una serie di agitazioni. Nel 1964 è eletto consigliere comunale a Recanati e continua il suo lavoro parlamentare che viene apprezzato dai vertici del partito. Poi è colpito da una grave malattia che lo costringe a interrompere qualsiasi attività politica, ma resta al fianco dei lavoratori tanto che nel 1970 è in prima fila a Macerata nella grande manifestazione indetta da CGIL, CISL e UIL, cui partecipano oltre seimila lavoratori per chiedere la riforma dei patti agrari, la modernizzazione dell’agricoltura e una legge per il superamento della mezzadria. Ormai pensionato, nel 1972 si trasferisce con la famiglia a Recanati dove muore il 20 ottobre del 2007.
Fonte sito Comune di Recanati